L'Ordine della Torre e lo scrigno del drago

La vita procedeva tranquilla nella città salvata dai lupi dall’attacco dei nemici. I saggi della città avevano incoronato Re uno di loro, la cui giustizia e amore per il popolo erano di grande conforto per tutti, fuorché per gli avidi di potere che non traevano nessun beneficio dal suo governo. La tolleranza di questi ultimi era giunta al limite… Bastarono poche gocce di veleno nel suo calice per invitare la Morte a danzare con lui. 

Fu quindi allestito un corteo funebre per onorare il grande sovrano, ma ecco apparire la figura evanescente di un fantasma, enunciante oscuri presagi: la cittadina sarebbe stata segnata ancora per molti anni da sorte avversa e il futuro dei suoi abitanti sarebbe stato ritrovato in una pergamena custodita da un drago, in terre remote e desolate. Così il governo di saggi decise che le ragazze dell’Ordine della Torre, con la loro intelligenza e arguzia, sarebbero sicuramente riuscite nell’impresa di recuperare il prezioso scrigno. 

Dopo aver consultato un oracolo per sapere dove si trovasse la grotta del drago, le fanciulle si misero in cammino guidate dal volo di un falco. Il loro fu un viaggio di grandi pericoli e fatiche: dopo aver sconfitto i malvagi uccelli di Stinfalo, le ragazze trovarono conforto tra le fronde di un boschetto e ritrovarono la strada grazie alle brillanti lucciole. Ma la serenità durò poco, perché presto si abbatté su di loro una temibile tempesta, proprio alle soglie della grotta della malvagia creatura. Nonostante provate dalle precedenti avversità, le ragazze combatterono con audacia contro il potente drago e quando ormai erano allo stremo, apparve nuovamente il fantasma, che con possenti parole rese mansueta la fiera bestia. 

Al loro ritorno, le fanciulle furono accolte con gioia da tutto il popolo. Uno dei saggi iniziò a leggere a voce alta quanto era scritto nella pergamena, ma ad un tratto sobbalzò e dalle sue mani tremanti, la pergamena cadde a terra tra la preoccupazione dei presenti. Era infatti scritto che… 

[Testo di Andrea Vitali]